L'Europa dopo le elezioni
Speciale UE: il contesto economico. Lo spettro della stagnazione mentre il resto del mondo accelera
Newsletter Speciale, puntata n.2 - L'UE sta affrontando un periodo di crescita economica lenta, mentre gli Stati Uniti e la Cina avanzano rapidamente. In questa puntata, analizziamo le prospettive economiche dell'Europa e le sfide che deve superare..
Una delle principali sfide a cui sarà chiamata l’Unione Europea nei prossimi anni sarà quella di rivitalizzare la propria crescita economica. La ripresa post-Covid (in certa misura fisiologica dopo la pesante recessione verificatasi nel 2020) sembra avere infatti esaurito la sua spinta, anche a causa della crisi energetica causata dalla guerra tra Russia e Ucraina che nel 2022 ha costretto l’intera UE ad accelerare i tempi della transizione ma anche a fare i conti con modalità di produzione più costose per l’impennata dei prezzi dell’energia. Nel 2023 il Pil dell’UE è cresciuto di appena lo 0,4%, ‘zavorrato’ dalla performance negativa della sua principale economia, la Germania, che è cresciuta solamente dello 0,3%.
Una delle principali sfide a cui sarà chiamata l’Unione Europea nei prossimi anni sarà quella di rivitalizzare la propria crescita economica. La ripresa post-Covid (in certa misura fisiologica dopo la pesante recessione verificatasi nel 2020) sembra avere infatti esaurito la sua spinta, anche a causa della crisi energetica causata dalla guerra tra Russia e Ucraina che nel 2022 ha costretto l’intera UE ad accelerare i tempi della transizione ma anche a fare i conti con modalità di produzione più costose per l’impennata dei prezzi dell’energia. Nel 2023 il Pil dell’UE è cresciuto di appena lo 0,4%, ‘zavorrato’ dalla performance negativa della sua principale economia, la Germania, che è cresciuta solamente dello 0,3%.
Quali sono le prospettive per i prossimi anni? Nel 2024 e 2025 la performance di crescita dovrebbe essere in leggera ripresa, salendo rispettivamente all’1% e 1,6%. Il rafforzamento dell’economia sembra essere favorito dalla moderazione dell’inflazione (che dai livelli in doppia cifra di due anni fa dovrebbe tornare stabilmente intorno al 2% annuo) e dal progressivo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, che dovrebbe ridare slancio a consumi e prestiti. Tuttavia, questo rafforzamento del tasso di crescita non sembra essere sufficiente per colmare il gap con gli altri due principali attori globali a livello economico, USA e Cina. Washington sta infatti sperimentando una fase di crescita sostenuta (nel secondo trimestre del 2024 il Pil è aumentato del 3%), mentre la Cina – pur in una fase di rallentamento strutturale – si aggira attorno ad un tasso del 5%.
L’UE sembra dunque condannata a crescere meno dei suoi principali concorrenti? Allo stato attuale, sembrerebbe di sì. Nel breve termine, le difficoltà della Germania (che più di altri Paesi ha sofferto la guerra tra Russia e Ucraina a causa dell’elevata dipendenza energetica da Mosca) continueranno a pesare sulla performance di Berlino, prima potenza industriale europea che deve affrontare unna difficile transizione del proprio modello di crescita. A cascata, questo si ripercuote inevitabilmente sull’Italia e su tutte le altre economie centro-europee che sono intensamente legate alla Germania attraverso le filiere produttive industriali.
Nel medio termine, invece, le difficoltà dell’UE saranno legate maggiormente alla capacità di far fronte alla transizione digitale ed energetica. Entrambe dipendono in maniera cruciale dalla disponibilità di materie prime (minerali critici e terre rare) e dalla competitività nella produzione di tecnologie chiave, come semiconduttori e batterie che sono fondamentali per numerosi settori industriali, dall’automotive al solare fino all’eolico e ai computer di nuova generazione. Nella scorsa legislatura, l’UE ha messo in campo una serie di provvedimenti ambiziosi (ad esempio il Chips Act o la European Industrial Strategy), ma senza le risorse finanziarie sufficienti (leggasi aumento del bilancio europeo o emissione di obbligazioni comuni, come fatto per Next Generation EU) sarà praticamente impossibile colmare il divario con Stati Uniti e soprattutto con la Cina, vero leader nella gestione di queste nuove tecnologie.
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Indice delle Puntate:
- Il nuovo panorama politico | di Giorgio Fioravanti - Venerdì 6 settembre
- Il contesto economico | di Davide Tentori - Venerdì 13 settembre
- Sicurezza economica e grandi transizioni | di Paolo Pellegrini - Venerdì 20 settembre
- Il futuro della politica commerciale | di Filomena Ratto - Venerdì 27 settembre
- Sicurezza e Difesa | di Lorenzo Nannetti - Venerdì 4 ottobre
- Ritorno al futuro: quali prospettive? | di Davide Tentori - Venerdì 11 ottobre